L’IRRIGAZIONE A GOCCIA NEI VIGNETI

L’IRRIGAZIONE A GOCCIA NEI VIGNETI

Le tecniche di coltivazione della vite da vino sono in progressiva evoluzione in tutto il mondo dove la coltura si va diffondendo.
Insieme alla scelta delle cultivar e dei portinnesti, a nuove tecniche di gestione del suolo e nuovi metodi di allevamento, il viticoltore dovrà prendere in seria considerazione anche la gestione irrigua del vigneto al fine del miglioramento qualitativo del prodotto.

E’ noto che la Vitis Vinifera, la quale sviluppa il suo ciclo vegetativo attraverso l’intero periodo primaverile – estivo, è dotata di una relativa tolleranza alla siccità.
Ma è altrettanto noto ai viticoltori che, sopratutto nelle aree collinari del centro-sud,dove di norma scarseggia una sufficiente piovosità estiva, la vite manifesta frequentemente i segni dello “stress idrico” con conseguenze negative sulla resa ma anche sullo standard qualitativo della produzione.
Lo “stress idrico” della vite si determina tutte le volte che la disponibilità di acqua della riserva idrica del suolo risulta inferiore alla richiesta evapotraspiratoria dell’apparato fogliare della pianta.
Questa condizione risulta poco frequente nel periodo primaverile, fino alla fioritura e successiva formazione dell’acino, per la presenza ancora di riserva idrica nel suolo e una sufficiente piovosità del periodo.
Si determina invece molto spesso nel periodo che va dall’inizio dell’ingrossamento dell’acino fino all’invaiatura (viraggio del colore verso la maturazione).
E’ in questo periodo che esaurite le riserve idriche nel suolo, la scarsa piovosità è quasi sempre insufficiente a mantenere la vite in buone condizioni di funzionalità fisiologica.
La riduzione nello sviluppo dell’area fogliare e nella formazione di nuove foglie è il primo sintomo di “stress idrico”, seguito dal blocco nell’allungamento dei tralci e anticipata
senescenza delle foglie basali.
Le conseguenze, oltre alla riduzione della resa potenziale, risultano: un aumento del pH,minore accumulo di solidi solubili, bassa acidità e minore formazione di sostanze coloranti e aromatiche.
Nelle annate asciutte può aumentare peraltro la concentrazione zuccherina, ma in annate molto siccitose un severo “stress idrico” può comportare anche una riduzione del grado rifrattometrico causata da una insufficiente elaborazione fotosintetica.
Pertanto, risulta evidente la necessità di dotare un moderno vigneto di un idoneo impianto d’irrigazione laddove siano reperibili anche limitate risorse idriche.
Disponibilità di 40 – 80 millimetri per ettaro sono da ritenersi sufficienti per interventi di soccorso idrico alla vite da vino nella Toscana meridionale.
Il metodo irriguo consigliato è la microirrigazione a goccia, con linee eroganti autocompensanti idonee a superare i dislivelli collinari o che permettono lunghe linee irrigue, o con ali gocciolanti tradizionali, se il terreno o la lunghezza delle linee lo permettono.
Con tale metodo si realizza una distribuzione localizzata sul filare con bassa pressione d’esercizio e con il massimo di efficienza idrica e risparmio di acqua.
Non si bagna la vegetazione evitando malattie crittogamiche, si possono distribuire in fertirrigazione limitate dosi di concime idrosolubile con evidenti vantaggi tecnici ed economici.

La possibilità di sezionamento dell’impianto, da gestirsi manualmente od in maniera automatica con programmatori elettronici, permette la realizzazione di impianti anche in caso di presenza di modeste dotazioni idriche; ad esempio con un litro al secondo è possibile gestire 4 ettari suddivisi in 6 settori (distanziamento tra le file a mt. 2,5;
gocciolatore ogni 90 cm.)
Inoltre l’irrigazione a goccia offre la possibilità di un ampio orario giornaliero di utilizzo, indipendente da condizioni anche di forte ventosità.
La semplicità di gestione è però il risultato di un’attenta progettazione iniziale, di una accurata realizzazione, con l’utilizzo di prodotti di provata qualità, e di una continua presenza successivamente all’istallazione.

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